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Lettera del Dirigente Scolastico prof. Antonio Di Riso agli studenti

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"L'ignoto mi è addosso, e io sono solo, senza scampo. Non ho aiuto, non ho consiglio. A chi chiederò un esorcismo? Scienza, filosofia, forse rimangono. In me, e sia pure al grado millesimale, in un barlume. Ma non hanno previsto niente di quello che succede, e non ne sanno niente. Sono io a sapere che, a ogni modo, ciò che succede non è pensabile, va oltre.” - Dissipatio H.G. - Guido Morselli.

Cari ragazzi, parto da una citazione che esprime lo stato d’animo di molti, me compreso, di fronte all’ignoto, all’orrore del non pensabile e nella solitudine di questi giorni, per esortarvi, lontani forzatamente dalla scuola, il luogo che accoglie e protegge, a respirare l’aria della nostalgia, della dolcezza della natura, della bellezza del mondo, del conforto dei rari momenti di vera vicinanza con un essere amico. Lungi dal provocarvi angoscia, vi invito, piuttosto, a utilizzare queste giornate di “vuoto didattico” per concentrarvi su tutto ciò che è legato alla dimensione umana e al riconoscimento dei suoi oggettivi limiti e vi incito a non avere timore dell’ignoto perché sentirsi indifesi e impotenti di fronte a tali sciagure, non ci fa morire, anzi, in questi casi la debolezza è potenza perché ci rende adattabili alle circostanze, esattamente come avviene per gli animali in natura. 
Andrej Arsenevič Tarkovskij in un suo famoso film “Stalker” fa dire:” ……..e che diventino indifesi come bambini, perché la debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l'albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagni della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza, ciò che si è irrigidito non vincerà” .
Per tutto questo, è necessario condurre la vostra esistenza nella più totale normalità: leggendo, studiando, passeggiando, vivendo con gli altri senza averne timore, trascorrendo il tempo nella cui ombra sono l’umano e il quotidiano. Non guardate l’altro da voi come l’ipotetico “untore”, perché stareste già dando spazio all’irrazionale stupidità. Dovete essere testimoni di momenti di vita come questi, ineluttabili, angosciosi, spaventosi, ma inevitabili e contingenti come solo la vita sa offrirne. Allontanatevi dalla “stupidità” dei superficiali, dei razzisti, degli ingenui e dei predatori. Lo stesso Flaubert tratta della stupidità umana come di qualcosa che può affondare il mondo. Non c'è che un crimine al mondo, scrive, e quel crimine “è la stupidità, bisogna odiarla con tutte le nostre forze”.
Non evitate il contatto irrazionale con l’umano, ma attraversate, invece, i territori più autentici dell’uomo,  rifiutate con forza la solitudine a cui vi condurrebbe l’isolamento determinato dalla paura. Solo il pensiero e la razionalità possono salvarci dall’ineluttabile sfida che la vita ci propone quotidianamente. 
Vi aspetto a scuola, miei meravigliosi ragazzi!.
DS Antonio Di Riso

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